Propulsioni d’improbabilità, recensioni #2

Il Dottor J.C. Theophilus ha condiviso la recensione a Propulsioni d’improbabilità disponibile nella Biblioteca Galattica. Ringraziamo Davide Corsetti per averci reso partecipi dell’entusiasta opinione del Dottore.

Ve la riproponiamo qui di seguito.

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Di un’antologia di racconti di fantascienza di autori italiani se ne sentiva il bisogno, se non altro per la curiosità di capire da che parte puntasse la prua di una delle caravelle fantascientifiche (logicamente non vi sono inclusi tutti gli autori di fantascienza italiani, ma del gruppo che ha risposto alla chiamata degli editori e del curatore Giorgio Majer Gatti) battente bandiera tricolore. La peculiarità della casa editrice Zona 42 che ha pubblicato il progetto è quella di pubblicare sia titoli che nella fantascienza rientrano in pieno, sia titoli che, seppur sempre di taglio fantascientifico, pendono più verso il territorio della letteratura mainstream (in entrambi i casi con una direzione che punta verso una qualità della scrittura ed una originalità di stile e tematiche) ed in questa raccolta tali intenti si estrinsecano piuttosto bene anche nella formazione eterogenea, per immaginario e stile, dei racconti degli autori presenti.

Italo Bonera, Anna Feruglio Dal Dan, Giovanni De Matteo, Alessandro Forlani, Miki Fossati, Emanuele Kraushaar, Lukha B. Kremo, Stefano Massaron, Giordano Meacci, Maico Morellini, Gianluca Morozzi, Chiara Reali, Gianni Tetti, Dario Tonani, Emanuela Valentini, Alessandro Vietti, Andrea Viscusi, Paolo Zardi sono gli autori dei 18 racconti che sembrano l’uno terminare nell’altro, benché poi ognuno di essi prenda una direzione completamente diversa dal precedente per tuffarsi nel racconto successivo, e che ci accompagneranno attraverso viaggi nel tempo che pongono di fronte ai dilemmi della casualità, della scelta e della predestinazione; distopie contro le quali la lotta al sistema prende la forma di una sorta di furbata in pieno italian styleavvistamenti inspiegabili che invece spiegano molto sugli avvistatori e sulle dinamiche di massa; mutazioni apparentemente inutili che ci invitano alla riflessione sul ruolo della creatività e sulla condizione dell’artista; distorsioni temporali che aprono le memorie e regalano scampoli imprescindibili di vita; percorsi mortali nelle spire della massa anonima del web in cui si mescolano realtà e finzione; periferie future abbandonate a sé stesse nelle quali preziose risorse si perdono in vite senza orizzonti e alternative; società distopiche in cui informazioni e memorie soffrono il “sovraffollamento”; sistemi sociali in cui identità umane vengono clonate e ricollocate in una sorta di ciclo di vita artificiale; invasioni aliene(?) alle quali vengono contrapposte le armate di una società pop volubile e superstiziosa; viaggiatori di altri pianeti alle prese con le incomprensibili burocrazie terrestri; popolazioni composte di vite solitarie imprigionate dalla dipendenza a repellenti simulacri emotivinubi radioattive che portano la febbre in un piccolo angolo di mondo dove si aspetta di ricominciare a vivere; centri di riabilitazione alla normalità ed all’omologazione che svelano sentieri inconsci; artisti che, attraverso l’ibridazione tecnologica, riescono a disegnare futuri insperati; viaggi interstellari che diventano cammini verso le mete ignote della scienza e dell’esistenza.

Dalla fantascienza soft New Wave alla satira di costume, da sapori cyberpunk alla space opera in chiave poetica, i racconti esplorano i confini del genere, talvolta oltrepassandoli e tornando indietro giusto un attimo prima di scappar via ed essere definiti “altro”. Si è parlato di racconti eterogenei per immaginario e stile, tuttavia il risultato è, a nostro avviso, quello di una raccolta ben amalgamata nello sfuggire ai canoni classici del genere e nell’impressione generale che se ne conserva a lettura conclusa.

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Se da questa raccolta vogliamo intuire una direzione della fantascienza nostrana, questa sembrerebbe essere orientata verso una variante più umana e sociale che non di stampo squisitamente scientifico (o fantascientifico). Infatti, benché i racconti, in maniera più o meno marcata, non siano totalmente scevri di trovate fantascientifiche e di quel sense of wonder tanto caro agli appassionati del genere, tali peculiarità risultano strumentali allo sviluppo delle tematiche dei singoli autori, cosa che, assieme ad una pregevole attenzione verso la prosa ed il linguaggio, li rende appetibili ad un pubblico più vasto di quello dei soli affezionati del genere.

A nostro parere infatti, uno dei punti di interesse di questa antologia, e più in generale di tutte le antologie di racconti, sta anche nel suo valore di vetrina di alcune delle varie e significative voci del panorama fantascientifico e della narrativa fantastica italiana; sotto questi rispetti, il lettore non uso alla lettura di narrativa fantascientifica, potrà trovare i punti in contatto con la narrativa mainstream e magari avvicinarsi al genere fantascientifico attraverso gli autori scoperti, mentre di contro, il lettore di genere riceverà uno sguardo su alcuni autori che si sono prestati alla raccolta ma non sono usi a scrivere fantascienza, scoprendo magari un sottobosco mainstream dal sapore fantastico e inusuale.

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