Il Potere, recensioni #2

Domani Alessandro Vietti sarà protagonista, in compagnia di Antonio Paolacci, di Incipit, festival letterario genovese. L’evento è un’ottima occasione per incontrare i lettori a qualche mese dall’uscita de Il Potere.
Per introdurre il romanzo a chi ancora non lo conoscesse vi proponiamo oggi qualche passaggio della recensione che Umberto Rossi a scritto per
Pulp Libri.


Vietti ha modelli evidenti, che dichiara nell’appendice al suo romanzo: da un lato tutta la tradizione distopica, da Zamjatin a Orwell e successiva; dall’altro l’immaginario dei supereroi, DC Comics in primis, però con quell’attenzione ai tormenti personali dei vari eroi in costume che è un classico degli universi Marvel. Distopia più supereroe uguale V come Vendetta, l’opera che ha lanciato Alan Moore a livello mondiale. Nel caso di Vietti però, distopia più supereroe prende una via completamente diversa da quella imboccata da Moore; una via, ci tengo a sottolineare, del tutto italiana.”

“Siamo in un’Italia retta dal Governo della Società. Vietti non ci fa lezioncine di storia futura o alternativa; il funzionamento di questa Italia basata sul consumo obbligatorio viene fatto capire pezzo per pezzo, un dettaglio dopo l’altro, per arrivare a comprenderne il meccanismo solo dopo che si sono lette parecchie pagine della vicenda.”

“Il romanzo ripercorre la vita del supereroe, ci racconta come scopre la sua disgustosa capacità, come impara a controllarla. E proprio l’aver ricostruito questo percorso fa de Il Potere un romanzo solido e ancor più inquietante; perché il suo protagonista è fin troppo credibile, fin troppo umano, fin troppo reale.”

 (leggi tutta la recensione sulle pagine di Pulp Libri)

 

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