Le copertine mancate

TreCopertine

Uno degli aspetti insieme pià piacevoli e complicati del lavoro editoriale necessario per realizzare i nostri volumi riguarda la scelta dell’immagine di copertina.
Quando siamo partiti con il nostro progetto abbiamo avuto subito ben chiaro che i nostri libri si sarebbero dovuti distinguere da quelli degli altri editori. Per permettere ai nostri potenziali lettori di riconoscerci nella massa di volumi disponibili in libreria abbiamo deciso di privilegiare una grafica di copertina uniforme per tutta la collana a prescindere dal titolo specifico che avremmo proposto e di allontanarci, per quanto possibile, dall’iconografia tradizionale che accompagna la letteratura di genere.
Per presentare i nostri romanzi al pubblico volevamo immagini evocative che fossero coerenti al testo presentato ma che non ricalcassero in maniera didascalica un qualche aspetto del romanzo che accompagnavano. Per intenderci: niente astronavi, robottoni o eroi in posa plastica. Al posto del solito armamentario fantascientifico volevamo privilegiare una grafica che fosse più suggestiva che esplicita, in modo da incuriosire il lettore casuale piuttosto che attirare l’attenzione del tradizionale lettore di fantascienza che, immaginavamo, sarebbe già stato a conoscenza della natura del romanzo che gli stavamo proponendo grazie alla nostra presenza in rete e al passaparola degli altri frequentori del genere.

IlSoleDeiSoli Copertina betaDetto questo, le immagini le dovevamo pur scegliere, e se per Desolation Road la scelta è stata facile, che erano anni che la foto di quel binario aspettava paziente la possibilità di ilustrare il romanzo di Ian McDonald, già con Il Sole dei soli il percorso che ha portato alla grafica definitiva della copertina è stato più complesso. Il romanzo di Karl Schroeder avrebbe infatti dovuto inaugurare un ciclo e ci sembrava cosa buona e giusta caratterizzare anche in copertina l’appartenenza del romanzo all’universo di Virga.
La copertina che vedete qui a fianco rappresenta un passo del percorso che dopo modifiche e ripensamenti ci ha portato alla copertina definitiva.

In quella che abbiamo poi effettivamente pubblicato abbiamo ridimensionato il riferimento a Virga, che risultava troppo ingombrante e disturbava con la sua presenza la percezione del titolo del romanzo. Abbiamo poi ruotato e pulito la fotografia, per rendere l’immagine più dinamica e quindi più consona alla stupefacente ambientazione creata da Schroeder.

Ma i problemi più interessanti (e le discussioni più accese!) ce li ha procurati Pashazade. Il romanzo di Jon Courtenay Grimwood ha svariati motivi d’interesse: la componente fantascientifica, quella noir, un protagonista memorabile, l’ambientazione esotica. Riuscire a sintetizzare in un’unica immagine tutti questi elementi era compito sì entusiasmante ma anche piuttosto complesso. Annalisa, che ha curato il progetto grafico di tutta la collana de I libri dell’Iguana ha avuto il suo bel da fare per conciliare le spinte centrifughe delle proposte che arrivavano da noi di Zona 42.
E se alla fine il risultato ci ha pienamente soddisfatto e anzi, supera le nostre pur alte aspettative, ci sembrava interessante rendere partecipi i nostri lettori di questo percorso, mostrare cosa si sono persi e spiegare le motivazioni che ci hanno portato a preferire la copertina scelta per presentare la nostra edizione di Pashazade.

Pashazade Cop 14x19 - Ashraf-1  Pashazade Cop 14x19 - Ashraf-2

Le immagini che vedete qui sopra sono due tra le numerose varianti che si sono succedute lungo la strada verso Pashazade. Abbiamo fotografato un nostro amico e l’abbiamo fatto diventare il protagonista del romanzo, abbiamo aggiunto una prima versione della trascrizione in arabo del titolo e abbiamo aggiunto qualche suggestione mediorientale per contestualizzare l’immagine alla storia.
A colori o in bianco e nero, Ashraf Bey fa la sua porca figura, non trovate? Ma allora perchè escluderlo dalla copertina del romanzo di cui è indiscusso protagonista? Non è forse vero che uno sguardo come il suo ci avrebbe attirato l’attenzione di una buona fetta di pubblico che avrebbe altrimenti snobbato il nostro libro?
Ma poi, il nostro romanzo sarebbe piaciuti ai lettori e alle lettrici richiamati da quegli occhi in copertina? O non avremmo piuttosto ottenuto l’effetto contrario e allontanato quei lettori più interessati al contenuto del volume piuttosto che al contenitore?

Questi sono in rapida sintesi alcuni dei dubbi che ci ha posto questa copertina. A questi dubbi si è accompagnata quella che, man mano che proseguivano le discussioni, è diventata una certezza: mettendo Ashraf in copertina non perdavamo forse quella coerenza grafica di cui tanto avevamo parlato prima di partire con il progetto Zona 42?

Il libro è uscito da un mese. In queste settimane abbiamo avuto modo di tastare sul campo le reazioni del nostro pubblico e siamo soddisfatti dall’aver constatato che la scelta adottata è stata accompagnata dai commenti positivi di tutti quei lettori con cui abbiamo avuto la fortuna di confrontarci.

In questi giorni stiamo iniziando a dibattere su quale sarà la copertina del  primo romanzo di fantascienza italiana che pubblicheremo nei prossimi mesi. Se siamo piuttosto soddisfatti dell’aspetto dei nostri volumi, non ci dispiaceva però verificare con la platea più ampia della rete se anche voi, là fuori, condividete le nostre scelta.
La vostra opinione è benvenuta!
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Pubblicato in Zona 42.