Laguna, recensioni #3

Il blog Androide Clandestina ha dedicato un’ottima recensione a Laguna.
L’articolo, pubblicato da Sara Tamisari, racconta in modo splendido il romanzo di Nnedi Okorafor.

Ve la riproponiamo qui di seguito.


Laguna, di Nnedi Okorafor

Laguna: la città che diventa viva

Sono stata attratta da questo libro soprattutto dopo aver letto che la scrittrice Nnedi Okorafor è stata vincitrice dei Premi Nebula e Hugo che per me sono sempre una garanzia di altissima qualità fantascientifica.

Ho scoperto poi che Laguna è stato il primo romanzo di fantascienza della scrittrice a essere tradotto in italiano e a quel punto, vedendo anche la bellissima copertina e l’edizione pubblicata da Zona 42, non ho più saputo resistere.

Laguna è stato forse uno dei migliori acquisti di quest’anno, perché sebbene non si tratti di fantascienza pura, di hard science-fiction per intenderci, racchiude al suo interno elementi sociologici e antropologici degni dei più grandi scrittori del genere.

Mi piace, in questi casi, citare sempre Heinlein, ma la Okorafor si distanzia nettamente dal maestro perché non tende a sperimentare quanto a essere estremamente realista nei temi che affronta.

Laguna: un trionfo di realismo

Lagos futura, da [African Digital Art]

Il titolo Laguna deriva infatti dalla città in cui la storia è ambientata: Lagos che in portoghese significa (indovinate un po’) laguna. Proprio all’inizio del libro ci viene spiegato perché la città si chiami in questo modo e Lagos è e rimane la protagonista di tutta la vicenda: le sue strade, i suoi abitanti, il suo mare sono tutti parte di un quadro molto più ampio che va poi a formare tutta la storia.

I personaggi presenti all’interno dell’opera sono molti e ognuno di loro rappresenta un tema ben specifico se vogliamo: i tre protagonisti, assieme a Lagos, sono però Adaora, Agu e Anthony.

La prima è una biologa marina che ha scelto di vivere a Lagos nonostante sia una stimata ricercatrice che ha ottenuto cattedre in alcune delle più prestigiose università del mondo. Il secondo è un soldato semplice votato alla difesa dei più deboli, mentre il terzo, Anthony, è un rapper proveniente dal Ghana.

La trama inizia a prendere forma quando i tre protagonisti per quella che sembra una casualità si ritrovano a Bar Beach, ognuno di loro viene da un evento difficile ed è alla ricerca di aiuto o di un po’ di tranquillità, ma proprio in quel momento succede qualcosa, qualcosa che nessuno si riesce a spiegare e i tre vengono come per magia trascinati in mare.

L’espediente fantascientifico utilizzato all’interno del libro è quello più comune nel genere, ovvero l’invasione aliena. Nonostante possa sembrare un qualcosa di trito e ritrito, la bravura della Okorafor sta proprio nel riuscire a circondare l’evento centrale di eventi e fatti estremamente realistici che vanno a distanziarsi dal normale genere fantascientifico.

La trama, attraverso gli occhi dei vari protagonisti, narra spesso lo stesso evento e le stesse reazioni ai vari eventi e, ognuno a modo suo, affronta il grande cambiamento che un’invasione aliena potrebbe portare alla società nigeriana e a tutto il mondo.

C’è ovviamente chi vuole sfruttare gli alieni che sono venuti con intenzioni pacifiche per arricchirsi, chi vuole distruggerli e chi vuole sfruttare i loro poteri per conquistare la città. Ogni evento viene filtrato in maniera stupefacente dagli occhi di chi li guarda testando in ogni situazione la forza mentale dei vari personaggi che sono estremamente ben caratterizzati e credibili.

A rendere il tutto ancora più credibile è la geografia della città, i comportamenti dei suoi abitanti e le varie lingue parlate in Nigeria, si va dall’inglese al pidgin, dallo yoruba ad altri linguaggi che noi occidentali non abbiamo mai neanche sentito nominare.

Il libro è tappezzato di termini folkloristici che credo siano usati esclusivamente in Nigeria, tanto che alla fine del volume vi è un glossario con i vari significati per agevolare la lettura.

Laguna: era ora che gli alieni cambiassero destinazione

Tutti i film e la maggior parte dei libri che conosciamo che comprendono un’invasione aliena nel plot sono solitamente ambientati negli Stati Uniti, in Inghilterra o in casi più rari in Francia(lasciando perdere Godzilla), vi è un’unica eccezione (più o meno), ovvero il film District 9.

Alla fine del volume c’è infatti una bellissima post-fazione scritta da Nicoletta Vallorani che fa luce su alcune delle questioni che potrebbero essere state lasciate in secondo piano dal lettore.

In questo frangente mi voglio concentrare sulla questione District 9: film del 2009 ispirato a fatti storici avvenuti in Sud Africa durante l’Apartheid e rivisto in chiave fantascientifica: tratta infatti temi quali la xenofobia e la segregazione razziale riportando i due diversi punti di vista: quello dell’uomo bianco occidentale e quello del discriminato che diventano un unico punto di vista portando lo spettatore a riflettere sulle questioni da entrambi i lati.

Laguna nasce proprio dalla rabbia che la Okorafor provò quando guardò District 9 perché nel film i nigeriani venivano rappresentati in maniera scorretta, totalmente stereotipati. La scrittrice rimase anche affascinata dallo stesso film, ma non accettò mai che la sua gente venisse rappresentata in questo modo.

Per citare quindi testualmente la Vallorani:

Nnedi Okorafor ha visto lo stesso film, lo ha trovato persino abbastanza riuscito, ma ha notato qualcosa che per me era poco percepibile: il modo scorretto, presuntuoso, arrogante e stereotipato in cui venivano rappresentati i nigeriani. Vittime di un appiattimento etnico a dir poco obsoleto, essi comparivano come profili deteriori, piatti, e meccanicamente schiavi della loro presunta cultura di appartenenza, per natura, truffaldina e criminale: brutta gente, insomma, ma soprattutto gente, e non persone.

Laguna nasce proprio da questo risentimento, ma come poi viene detto dalla stessa scrittrice, si è trasformato in qualcosa di diverso e ha raggiunto il suo massimo splendore.

Oltre a questo, è d’obbligo citare altre tematiche che vengono affrontate all’interno del libro, tra cui quella LGBT+ che viene messa addirittura in primo piano in alcuni capitoli dell’opera per far rendere conto al lettore come il suddetto tema venga percepito all’interno della Nigeria: per chi non lo sapesse, infatti, essere omosessuale o trans (o anche travestito), in Nigeria, costituisce un reato punibile con la reclusione dai 10 ai 14 anni.

Risulta quindi interessante vedere come una delle associazioni LGBT+ di Lagos reagisca alla scoperta che un’aliena è arrivata in città e come vogliano, a modo loro, utilizzarla per far valere i propri diritti.

Il tema centrale di tutto il libro è ovviamente la cultura nigeriana: la Okorafor mostra in maniera estremamente realistica quelli che sono i costumi e gli usi di una popolazione che viene troppo spesso stereotipata come “criminale” senza considerare tutti gli altri aspetti e le sfaccettature che ci sono all’interno della società.

Il folklore presente nella cultura nigeriana è oltremodo interessante e accattivante, dalle credenze popolari quali le streghe marine, considerate cattive, alla stregua di Lilith del vecchio testamento, per giungere a tutti i colori, alle feste, e alla tanto variegata società per rispondere con l’altro lato della medaglia composta dall’eterna guerra tra cattolici e musulmani e ancora alle truffe su internet e alla sempre crescente misoginia, fino a giungere all’estrema fragilità di una società che fa di tutto, ogni giorno, per sopravvivere.

La Laguna che rimane impressa nel cuore

Le scene forti e realistiche, l’impressionante caratterizzazione dei personaggi, il susseguirsi di eventi sempre più assurdi, l’estrapolazione di tematiche che rimangono sempre attuali anche nel mondo occidentale: tutto questo rende Laguna un libro forte, audace che rimane impresso nella mente e nel cuore.

Sarà difficile dimenticare personaggi come Agu, Anthony, Adaora, Ayodele, ma anche Chris, Padre Oke e il bambino senza nome. Tutti loro fanno parte di una grande tela tessuta dal destino che può decidere l’inizio, ma non può decidere dove tutto andrà a concludersi: la vita è nelle mani dei personaggi che passo dopo passo scoprono qualcosa in più di se stessi e crescono, cercano di non impazzire, provano emozioni che li portano oltre i limiti consentiti e allo stesso tempo scoprono dentro se stessi una forza che non sapevano di avere.

Laguna racconta una città e racconta quelle che sono vite di tutti i giorni, in Nigeria, per far rendere conto al lettore come funzioni una società molto lontana da lei o lui, Laguna è una presa di coscienza, è una spiegazione dettagliata, è un gioiello che non può non rimanere impresso nella memoria.

Proprio per questo vi consiglio di leggerlo, perché lo stile della Okorafor è pungente, realistico, sempre audace e si fa leggere con una “leggerezza” che non è tipica di ogni scrittore, nonostante allo stesso tempo affronti temi, mostri scene ed narri eventi molto difficili da mandare giù.

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